Caratteristiche e modalità di contagio del Covid-19
COVID 19. CONOSCERE E DIFENDERSI DAL VIRUS.
di Marina Baldi
Il virus
La Pandemia che ha colpito l’intero pianeta è
stata causata da un piccolo microrganismo che non è visibile nemmeno al
microscopio ottico, il coronavirus SARS-COV-2, cosi denominato perché una parte
della sua struttura somiglia a una vera corona.
La famiglia dei coronavirus,
virus a RNA[1], è nota dagli anni ‘60 e causa patologie che vanno
dall’influenza, alla MERS[2] (Sindrome Respiratoria Mediorientale) alla SARS[3]
(Sindrome Respiratoria Acuta) e colpisce le cellule dell’epitelio respiratorio e
gastrointestinale.
Il
SARS-COV-2 è stato identificato per la prima volta a Wuhan nel 2019 e la
malattia a cui porta è chiamata COVID-19 (CoronaVirus Disease -19).
L’azione del virus sugli esseri umani
La sua azione
patogenica primaria è diretta agli pneumociti[4], creando così un danno agli
alveoli polmonari[5], successivamente vi è una fase che comporta una azione
infiammatoria molto forte con l’azione di citochine che portano al danno
cellulare ed alla morte.
La malattia ha quindi due fasi, una prima in cui ci
sono sintomi simil influenzali e una seconda, che segue di qualche giorno, in
cui ci si aggrava in modo repentino.
Inizialmente sembra sia stato trasmesso da animali vivi (del
tipo pipistrello) all’uomo, ma poi la trasmissione è stata uomo-uomo, attraverso
la saliva e gli aerosol prodotti dalle vie respiratorie.
È
probabile infatti che anche i soggetti asintomatici possano trasmettere il
virus, così come avviene per altre infezioni virali (per esempio l’influenza o
il morbillo), anche se sembra che siano infettivi in misura ridotta, rispetto ai
soggetti sintomatici, in quanto la carica virale sembrerebbe essere inferiore.
La trasmissione avviene tramite droplets (goccioline emesse con il respiro e
molto di più con la tosse), con cono espiratorio di circa 1 mt. (ma c’è molta
discussione su questa misura che viene utilizzata solo in Italia, mentre in
altri paesi è più elevata).
La diffusione di droplets, da parte di un
soggetto infetto può essere prevenuta tramite l’utilizzo di una mascherina
chirurgica.
L’aerosol (particelle emesse <5 nm) ha particelle più piccole che
rimangono nell’aria più a lungo e pertanto è buona norma aerare gli ambienti il
più possibile.
Come difendersi
Per
prevenire il contagio con questo sistema è necessario indossare una mascherina
FFP2-FFP3 in caso di manovra sul paziente che possa provocare l’emissione di
aerosol infetto (ad esempio intubazione).
L’infezione mediata da fomiti
(oggetti inanimati, indumenti, metalli plastiche asfalto) rappresenta una via di
trasmissione fondamentale nella diffusione di patologie come questa, molto
spesso sottovalutata.
L’emissione di droplets con la tosse fa sì che il virus
si depositi sulle superfici degli oggetti. Il successivo contatto con la
superficie contaminata rende le mani contaminate e toccando una superficie
mucosa come la bocca, il naso o gli occhi il virus si trasferisce nel proprio
organismo.
La persistenza sembra non sia superiore alle 72 ore anche sui
materiali più ricettivi.
È comunque buona norma disinfettare le superfici, quando
possibile.
La diagnostica si può effettuare co il famoso “tampone” con cui si
prelevano alcune cellule della mucosa naso-oro-faringea e con un test
biomolecolare si ricerca il genoma virale nel campione.
E’ un test moto
preciso, con LOD (Limit of Detection) di circa 50 copie virali, ma costoso e più
lungo dei test sierologici, che invece dosano le immunoglobuline IgG (immunità a
lungo termine)[6] e IgM[7] (immunità immediata).
Questi test, che sono già in
grande diffusione hanno il vantaggio di essere rapidi e poco costosi, ma hanno
dei falsi negativi dovuti al tempo di latenza dello sviluppo dell’immunità
specifica dell’organismo. Si ritiene al momento che sia utile la combinazione di
entrambi i test per avere migliore performance diagnostica.
Un paziente si
ritiene guarito quanto dopo aver risolto la sintomatologia risulta negativo a
due tamponi consecutivi a distanza di minimo 24 ore.
[1]
Diversamente dal DNA, che è a doppio filamento, l’RNA è una molecola a singolo
filamento e ha una catena molto più breve di nucleotidi ossia di basi
costituenti.
[2] La sigla è l’acronimo della denominazione inglese Middle
East Respiratory Syndrome, è una patologia causata dal coronavirus MERS-CoV.
[3] La sigla è l’acronimo della denominazione inglese Severe acute respiratory
syndrome, è una forma atipica di polmonite causata dal virus SARS-CoV apparsa
per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong (Canton) in
Cina.
[4] Sono le cellule che insieme ai macrofagi alveolari costituiscono
l’epitelio degli alveoli polmonari.
[5] Sono delle piccole cavità polmonari,
paragonabili a dei sacchetti, che hanno una sottilissima parete fatta di
fibre-muscolari e sono ricoperti da un unico strato di epitelio sottile che
consente gli scambi gassosi tra l’aria immessa nei polmoni e il sangue,
acquisendo ossigeno e cedendo anidride carbonica.
[6] Immunoglobuline G (IgG)
sono gli anticorpi prodotti durante la prima infezione o all’esposizione di
antigeni estranei aumentano dopo qualche settimana dal contatto per poi
diminuire e stabilizzarsi. L’organismo mantiene la memoria delle diverse IgG che
possono quindi essere riprodotte ad ogni esposizione allo stesso antigene quindi
sono la prova che un organismo è stato infettato da quello specifico agente
patogeno (ad es.Covid-19) per il quale è presente l’IgG.
[7] Le
immunoglobuline M (IgM) sono un isotipo di anticorpi cioè molecole coinvolte
nella risposta immunitaria dell’organismo umano e sono le prime a comparire in
risposta all’esposizione con l’antigene
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