La maglietta shock che incita al femminicidio
Una t-shirt accattivante, colorata, con un disegno in bianco stampato sul davanti. Quale migliore regalo per la clientela di un noto supermercato? Peccato che il messaggio scritto su quella maglietta è tra i più beceri che si possano immaginare. “Problema risolto”, recita l’immagine. Risolto con l’aggressione ad una donna che precipita spinta dall'uomo dopo una lite, o, in un paio di versioni diffuse poco più tardi, con l’azione contraria, una donna che risolve il problema con il “lancio del partner”.
L’azienda ha poco da dire che quelle maglie sono già state ritirate dal commercio, ed inspiegabilmente tornate negli scaffali dei loro supermercati, in quanto è l’aver commissionato quel prodotto che indica qual è la mentalità che comunque gira in certi ambienti.
Chi ha ideato quell’immagine è una persona che, in modo più o meno consapevole, ha una visione dei rapporti umani certamente non corretta. Ma indipendentemente dall’autore del disegno,
c’è da interrogarsi anche su chi ha accolto la proposta, commissionando la produzione delle t-shirt, ritenendo che l’ironia che si tentava di proporre fosse realmente accattivante e accolta dalla gente. E’ questo il vero problema, la mentalità subdola che indica che il problema nel rapporto si risolve con “l’eliminazione dell’altro” in senso fisico. Apparentemente tale sentire è combattuto – chi a parole non è contrario alla violenza tra partner – ma nel profondo di tanta gente, sotto sotto, il concetto serpeggia.
Ma come si può pensare si strappare un sorriso con vignette di quel genere, sdoganando questo tipo di comportamenti?
Sui
social si sono scatenate reazioni di ogni tipo, anti-violenza di genere (prima femminile, ma poi è successivamente stata pubblicata anche la maglietta maschile) con la gente comune che sentenziava, asserendo che con queste immagini si ispira l’uomo violento e si rischia di aumentare ed ingigantire il fenomeno. Non credo che una immagine su una maglietta possa influenzare qualcuno, però può rendere normale il parlare in termini spiritosi di gravi tragedie. Non dimentichiamo che la violenza intrafamiliare è un fenomeno sotteso e dilagante, che solo di rado sfocia nel femminicidio, per cui gli omicidi di genere si mantengono sugli stessi numeri, anno dopo anno.
Per me, inoltre, ciò che ferisce è la mancanza di rispetto per vittime di azioni inqualificabili, sia verso il femminile che verso il maschile, anche se molto più rare e spesso determinate sempre da azioni di uomini violenti che esasperano le compagne così tanto e così a lungo da portarle a commettere atti orribili.
Il rispetto per l’altro non può e non deve mai mancare, quindi il fatto che in commercio già esistevano item del genere e che forse sempre ne esisteranno non è una scusante ma una aggravante, molto molto triste.
Articolo di Marina Baldi