Ragone e Costanza: il mosaico prende forma
La lente di ingrandimento della Procura
scandaglia da settimane ogni aspetto della vita di Giosuè Ruotolo: unico
indagato per il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone. In
esclusiva per Cronaca&Dossier la Dottoressa Marina Baldi, specialista in
Biologia e Genetica forense, consulente tecnico del pool difensivo della
famiglia Ragone, ci aiuta a fare luce su alcuni punti chiave del delitto di
Pordenone.
Laddove le
analisi biologiche/genetiche conducessero verso tracce appartenenti a Trifone
Ragone e/o Teresa Costanza, ma diverse dal sangue, avremmo ipotetici nuovi
risvolti investigativi e dunque processuali. Quale sarà, ad esempio, l’approccio
ai possibili falsi positivi riscontrabili dall’utilizzo del luminol nelle
indagini?
«Il luminol è un presidio molto utile ma, com’è noto, può
reagire con molti substrati e quindi può dare molti falsi positivi. Viene quindi
utilizzato come screening iniziale per evidenziare tracce latenti non visibili a
occhio nudo che possono quindi essere prelevate ed analizzate. Solo dopo le
analisi si potrà decidere quali tracce sono di sicuro interesse e se sì».
Quanto influirà il tempo trascorso da quel tragico 17 marzo in cui
Ragone e Costanza persero la vita sulla ricerca della verità?
«Più ci si
allontana dall’azione omicidiaria di Trifone Ragone e Teresa Costanza e più
ovviamente i rilievi diventano difficili. Teniamo però presente che in questo
caso gli inquirenti hanno fatto il sopralluogo e i rilievi medico-legali dopo
poco tempo dall’omicidio e quindi dal punto di vista necroscopico e delle
informazioni che si possono deteriorare non ci sono i problemi che si possono
presentare in altri casi in cui l’evento viene scoperto dopo molto tempo da
quando è avvenuto».
Saranno diversi i protocolli da
seguire nell’analisi dell’autovettura da quelli utilizzati per gli abiti o per
l’arma rinvenuta? Esistono particolari difficoltà in relazione al tipo di
tessuto da analizzare relativamente agli indumenti o ai materiali sintetici
dell’autovettura?
«Per ciò che riguarda i rilievi biologici, i
protocolli sono gli stessi: osservazione con luce bianca, osservazione con
luminol, prelievo delle tracce e invio in laboratorio. Per la pistola è stato
necessario un trattamento per asportare il fango da cui era ricoperta, dopodiché
sono iniziate le analisi di tipo balistico, dattiloscopico e biologico».
Di recente, attraverso gli esami condotti sull’autovettura di
Ruotolo, sarebbero state isolate delle non meglio identificate tracce biologiche
all’interno dell’abitacolo. Che cosa può dirci in merito?
«Come
potete immaginare posso dire poco, in quanto si tratta di accertamenti coperti
dal segreto istruttorio, ma posso senz’altro confermare che sono state
individuate e prelevate alcune tracce biologiche interessanti per le quali sono
ancora in corso le analisi al RIS di Parma».
Rilievo impronta digitale
su superficieLe circostanze inerenti al ritrovamento dell’arma sul fondale del
laghetto del parco di San Valentino quanto incideranno sulla ricerca di tracce
biologiche? L’acqua distruggerà ogni possibile prova?
«Purtroppo
è molto probabile che sulla pistola i rilievi diano scarsi risultati in quanto
la permanenza in acqua per molto tempo ha compromesso le tracce. Però le
impronte si possono essere conservate in quanto sono formate da una componente
grassa, non idrosolubile che potrebbe non essere stata completamente distrutta.
È già trapelata la notizia che un’impronta situata su un proiettile sia stata
individuata. Se le analisi consentiranno di ottenere un’immagine di buona
qualità potrebbe essere possibile effettuare una comparazione».
Durante le indagini ha destato una certa curiosità la bottiglietta
ritrovata, nell’immediatezza dei fatti, proprio dietro una delle ruote
dell’autovettura appartenente a Ragone e Costanza. Sono state condotte delle
analisi su questo reperto? Vi è stato un riscontro o è stata in seconda battuta
accantonata?
«Non è stato accantonato nulla! Le indagini su
quella bottiglietta sono in corso, insieme con quelle degli altri reperti».
Il procuratore Marco Martini, in un’intervista al
Ilgazzettino.it, in merito agli accertamenti del RIS sui reperti sequestrati
all’indagato afferma: «Difficile che da questi esami emerga una prova
d’innocenza per Ruotolo». Alla luce dell’incessante lavoro profuso per la
risoluzione del caso Ragone – Costanza, cosa ne pensa di quest’affermazione?
«Penso che gli inquirenti, per fare quest’affermazione abbiano in mano
elementi utili per sostenere la colpevolezza di Ruotolo. Ricordiamo sempre che
gli atti sono secretati!».
Possiamo dire di trovarci di
fronte ad uno di quei casi in cui la prova scientifica sarà l’unica vera
discriminante tra assoluzione e condanna?
«È presto per dirlo,
ma sinceramente non credo. Ritengo invece che gli elementi di accusa siano
frutto d’investigazioni molto approfondite alle quali le prove scientifiche, se
ce ne saranno, potranno solo dare ulteriori conferme».
intervista a cura di Alberto Bonomo