Scomparsa Mirella Gregori, la sorella: “Abbiamo elementi per riaprire il caso”
Faccio un appello finalizzato alla riapertura del caso di mia sorella
Mirella Gregori. Se c’è un avvocato che se la sente di rimettere mano agli atti
processuali, alle prove raccolte negli anni per presentare una solida istanza di
riapertura del caso io sono qui. Perché per noi questo caso non è chiuso,
Mirella è scomparsa e noi vogliamo arrivare alla verità”.
L’appello,
lanciato da Maria Antonietta Gregori giovedì 3 maggio in occasione della
trasmissione web tv Officina Stampa condotta dalla giornalista Chiara Rai.
Maria Antonietta Gregori ha ripetuto l’appello nell’aula magna
dell’Università eCampus in via Matera a Roma di fronte a un gremito pubblico di
persone che hanno partecipato al convegno promosso in occasione della ricorrenza
dei 35 anni dalla scomparsa della 15enne Mirella Gregori che oggi avrebbe 50
anni.
Il convegno
Un convegno molto interessante con ospite principale
Maria Antonietta Gregori e che ha vantato la presenza di Rita Neri, responsabile
Università degli Studi eCampus sede di Roma, Andrea Mario Ferraris presidente
dell’associazione Penelope Lazio, Flaminia Bolzan Mariotti Posocco consulente in
processi penali di rilievo nazionale e ospite di trasmissioni televisive su temi
di cronaca e sociale, Marina Baldi biologa e specialista in genetica medica e
consulente tecnico in materia di genetica forense, Chiara Rai giornalista
direttore del quotidiano d’inchiesta L’Osservatore d’Italia e collaboratore del
quotidiano Il Messaggero, Fiore De Rienzo giornalista responsabile della cronaca
nera de La Vita in diretta, Già inviato de la trasmissione Chi l’ha visto?
Una pagina di cronaca nera italiana che non è mai stata risolta
I crimini, le scomparse hanno sempre qualche falla, non sono perfetti ed è ai
presunti errori che bisogna dare la caccia. È importante che negli anni non si
dimentichi. Spesso Gregori e Orlandi vengono accomunate, ma forse
sostanzialmente perché entrambe sono scomparse nel 1983 a 40 giorni di distanza
l’una dall’altra e perché ci sarebbero alcuni elementi che e pseudo
testimonianze che vorrebbero legare i due fatti. Comunque le ragazze non si
conoscevano e neppure le famiglie delle stesse. Ma ci sono elementi che le
avvicinano o accumunano come il fatto che nei comunicati dei rapitori di
Emanuela spuntò il nome di Mirella; i contatti delle adolescenti con venditori
di prodotti Avon; la presenza nelle due indagini dell’allora vicecapo della
vigilanza vaticana, Raoul Bonarelli.
Come scompare Mirella
Gregori?
Nel pomeriggio del 7 maggio 1983 Mirella uscì di casa e non
vi fece più ritorno. Il giorno della scomparsa, la ragazza si recò regolarmente
a scuola e tornò a casa attorno alle 14, dopo essersi intrattenuta qualche tempo
in un bar vicino a casa assieme ad un’amica. Quest’ultima dichiarò che lei e
Mirella avevano parlato del più e del meno e non seppe fornire altre
informazioni.
Tornata a casa, Mirella fu chiamata al citofono da un sedicente
amico, tale “Sandro”, alle cui richieste di uscire avrebbe esclamato: «Se non mi
dici chi sei, non scendo!», per poi prendere tempo e proporre di vedersi attorno
alle 15:00. A quell’ora, la ragazza effettivamente uscì, dicendo alla madre che
“aveva un appuntamento” presso il monumento al bersagliere di Porta Pia con un
vecchio compagno di classe, il quale, peraltro, quel pomeriggio era impegnato
altrove. Da quel momento la famiglia non ha più avuto notizie della ragazza.
La ricostruzione nel servizio di Officina Stampa:
https://www.youtube.com/watch?v=d474qV5F9sg&feature=youtu.be&t=234
L’americano e il canale con la Santa Sede
Emblematica e di
rilievo la figura dell’“Americano“, colui che ha è riuscito ad avere un canale
telefonico privilegiato con la Santa Sede e ha rivendicato entrambe le
sparizioni. Chiamò al bar dei Gregori, rispose il marito di Maria Antonietta e
disse ‘Prendi carta e penna e scrivi’ e dettò le etichette degli abiti che
Mirella indossava il giorno della scomparsa, biancheria compresa. Mirella poteva
aver avuto un canale con il Vaticano? È possibile. Il collegamento con la Santa
sede può essere stato rappresentato dalla figura di una guardia del corpo di
papa Giovanni Paolo II. Quest’uomo abitava vicino alla casa della famiglia
Gregori e qualche volta si sarebbe fermato a parlare con Mirella.
Fu la madre di Mirella a
riconoscere quest’uomo
La donna, il cui stato d’animo e ricordi
hanno fatto parte di un interessante racconto del cronista Di Rienzo che l’ha
conosciuta, ha visto durante una visita del Papa alla parrocchia romana di San
Giuseppe il 15 dicembre 1985, un uomo della Vigilanza vaticana facente parte
della scorta, Raoul Bonarelli. Quella persona spesso si intratteneva con la
figlia e una sua amica in un bar vicino a casa. Dopo un primo riconoscimento
però la mamma di Mirella, secondo i racconti del giornalista Di Rienzo, quando
le furono fatti vedere dei filmati di quel giorno diede l’impressione di avere
paura, di essere intimorita e neppure si soffermò tanto a guardare le immagini.
Insomma disse di non riconoscere nessuno
Ma ci sono anche altri elementi di cui si
è parlato al convegno
Chiara Rai ha commentato nei particolari il
documento del 31 ottobre 1983 che avrebbe meritato un approfondimento da parte
degli inquirenti. Invece i nomi presenti su quel documento del SISDE pubblicato
in esclusiva dal giornalista Tommaso Nelli su Cronaca&Dossier.it, non sono stati
ascoltati in merito. I servizi segreti hanno riportato i particolari di una
intercettazione ambientale dalla quale si evince chiaramente che la figlia dei
gestori del bar situato all’epoca sotto l’abitazione dei Gregori
(nell’intercettazione parlava con una commessa di un negozio vicino, sua amica)
sarebbe stata al corrente dell’identità dell’uomo che convinse Mirella a
seguirlo.
Gli inquirenti concentrarono le attenzioni su Sonia De Vito,
coetanea e definita da Maria Antonietta Gregori la migliore amica di Mirella.
Sonia è la figlia dell’allora proprietario del bar “Italia”, situato all’inizio
di via Nomentana, proprio sotto casa dei Gregori.
Le due ragazze,
quel pomeriggio, prima che Mirella andasse via con “Alessandro”, trascorsero
alcuni minuti assieme. Come scritto nel documento , a un certo punto,
pronunciate dalla De Vito, «venivano udite chiaramente le seguenti frasi:
Certo… lui ci conosceva, contrariamente a noi che non lo conoscevamo… quindi
poteva fare quello che voleva…
Come ha preso Mirella poteva prendere anche
me, visto che andavamo insieme…».
Sonia De Vito conosceva l’uomo che portò
via per sempre Mirella Gregori. Ma chi era? Perché non hanno accertato chi fosse
l’altra amica della conversazione e se fosse al corrente dell’identità del
misterioso rapitore?
Nel corso del convegno sono stati
snocciolati diversi aspetti
Correttamente è stata anche fatta la
cronaca della vile messinscena dei due plichi con la lettera, i ritagli di
giornale, capelli, terriccio, un merletto e alcuni negativi fotografici
recapitati oltre cinque anni fa alla sorella di Mirella Gregori e a una compagna
di musica di Emanuela Orlandi. Il materiale fu sequestrato dalla Squadra mobile
e l’epilogo è noto a tutti. Come lo stesso mistero della foto con il teschio: il
cranio, appartenuto a una certa Eleonora De Bernardi, morta il 23 agosto 1854,
si trovava nei sotterranei della chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte, in
via Giulia. Alla cripta si può accedere liberamente e il teschio era collocato
su una nicchia ad altezza d’uomo, quindi facilmente fotografabile. Inutile
continuare a ricordare il codardo atto di chi all’epoca ha cercato notorietà.
Fonte:
OsservatoreItalia